domenica 1 maggio 2011

Papa Giovanni Paolo II


Quando è morto ero poco più di una bambina e quei tre giorni prima della sua morte mi laceravano l'animo... stavo lì davanti alla televisioncina della mia camera da quando tornavo da scuola fino a quando andavo a dormire... non sapevo fare altro che piangere.
I segni della malattia che negli ultimi anni della sua vita lo rendevano così indifeso, così diverso dall'uomo che viaggiava per il mondo per portare il suo messaggio e così diverso dal papa che sciava, mi facevano stare molto male e spesso la domenica abbassavo il capo sul piatto per paura di vederlo di nuovo sofferente e di conseguenza commuovermi.
Ero troppo piccola allora per sapere la sua storia, ciò che ha fatto per i suoi connazionali, per i giovani e per il mondo intero. Sapevo solo che grazie a lui il gruppo giovanile del mio paese era stato molto molto attivo, sapevo solo che la sua figura mi illuminava, mi trasmetteva tutta la sua bontà.
Quando se n'è andato la mia fede ha iniziato ad andarsene piano piano, fino a sparire ma, quello che non scomparirà mai sarà il mio amore e la mia profonda ammirazione per un uomo che ha saputo fare grandissime cose, per un uomo che ha saputo coinvolgere intere generazioni nel suo progetto d'amore.